La tecnologia LCD ha questi limiti, lo strato di cristallo liquido non è il più esterno, quindi il più in alto nella struttura. Oltre al vetro, che noi possiamo toccare, ci sono altre componenti che formano il display. Di conseguenza abbiamo una parte illuminante (lampade o Led) strati e substrati di elettrodi, polarizzatori e cristalli. Proprio la "distanza" tra il vetro esterno e i veri e propri cristalli nonchè l'illuminazione di questi ultimi, crea l'effetto che percepisci.
E' come stare in una stanza buia, con una finetra dalla quale entra luce, pensa al pixel come alla finestra, ora spostati a destra o sinistra, vedrai ancora quello che vedevi standoci di fronte?, oppure caleranno sia la luce che l'area di visione disponibili?
Proprio Sony ha realizzato sensori (la luce non devono emetterla ma assorbirla) per fotocamere e videocamere "retoilluminati". Anche se il termine chiarisce poco della loro struttura, considera che, lo strato di fotodiodi è stato spostato in alto rispetto al loro cablaggio, questo permette la cattura di una maggiore quantità di luce.
Nell'LCD avviene il contrario, la luce viene emessa, e quello che oggi vediamo come un possibile difetto o un singolo problema, tranne nei casi in cui lo è davvero, non è altro che uno dei limiti di questa tecnologia. Quantomeno ad oggi, per quello che ci è dato sapere.
Solo come esempio, anni fa, ad un meeting Pioneer, durante un confronto tra il loro Plasma ed il Plasma Panasonic, il solo strato anteriore (resistente a grossi urti) presente nel Panasonic, creava un immagine leggermente sdoppiata, se gaurdato lateralmente (ovviamente una differenza minima e l'immagine stessa era la scritta Panasonic in bianco su sfondo nero).
