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Il potere della prospettiva

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Frankie_F
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1.428 Visualizzazioni
 

 

Autore: Sony Europe

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Dai pionieri della cinematografia come Hitchcock, Kubrick e Spielberg, ai moderni innovatori come Wes Anderson, Darren Aronovsky e i fratelli Coen, la manipolazione della prospettiva e del punto di vista (POV) è la chiave per caratterizzare personaggi e ambientazione, oltre che per creare i cicli di tensione e risoluzione che sono alla base della narrativa di un film.

 

Negli anni '50, i teorici dell'industria cinematografica come André Bazin e Alexandre Astruc hanno sostenuto che, per essere grandi, i film devono avere una forte linea narrativa, una messa a fuoco profonda e scene più lunghe, dall'estetica visiva potenziata. Questa filosofia mostra che la tecnica della prospettiva e delle angolazioni della telecamera sono importanti quanto l'editing complesso, gli effetti sonori e la musica a programma, nel suscitare risposte emotive nel pubblico.


Hitchcock e l'effetto vertigo

 

Il classico film Vertigo di Hitchcock, girato nel 1958, è stato il primo film in cui si è fatto uso del dolly zoom, ovvero una tecnica di prospettiva distorta in cui si combina lo zoom in avanti verso il soggetto e una carrellata indietro della telecamera per creare un surrealismo vertiginoso. Spielberg ha impiegato la stessa tecnica nel film "Lo squalo", per far risaltare l'orrore della reazione dello Sceriffo Brody quando assiste all'attacco di uno squalo.

 

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Sebbene l'effetto vertigo sia uno strumento potente e di effetto per i momenti di climax, ci sono altre tecniche cinematografiche più delicate che giocano con la nostra percezione. Gli esempi più noti sono le riprese track-in, in cui la telecamera si muove fisicamente verso il soggetto, sfocando lo sfondo, per mettere in risalto un punto importante nella storia del personaggio; poi ci sono le carrellate laterali, che solitamente seguono due soggetti mentre parlano, e danno un senso di movimento e ricchezza all'inquadratura. Un altro approccio tradizionale e molto diffuso è l'uso di ottiche grandangolari, che offre un ambiente più dettagliato sullo sfondo, lasciando ancora i protagonisti in primo piano a dominare la scena.

 

Il potere del punto di vista

 

Allontanandoci dalla bravura tecnica nell'uso delle ottiche e dagli approcci di ripresa complessi, c'è un'altra domanda fondamentale a cui è necessario rispondere: dove mettere la telecamera? Il posizionamento della telecamera è parte integrante degli accorgimenti per far sì che il pubblico si senta immerso nella visione del regista, ed è importante per il mood e l'azione narrativa.

 

Una ripresa che da sopra le spalle guarda verso il basso sul soggetto principale offre automaticamente al personaggio in primo piano il dominio della scena rispetto alla persona con cui sta parlando. Per intensificare ancora di più il senso di claustrofobia, le spalle del personaggio in primo piano possono riempire gran parte dell'inquadratura, relegando il soggetto principale in un piccolo spazio. Altre tecniche di prospettiva collaudate e potenti includono la ripresa di personaggi dal basso per offrire l'impressione che siano potenti, sicuri di sé, con un'aria di superiorità, o una telecamera che dall'alto guarda verso il basso verso i personaggi per mostrare la loro innocenza infantile o la loro inferiorità.

 

Un'ampia ripresa panoramica con una figura che cammina in lontananza può esprimere solitudine e isolamento, mentre il primo piano del viso di una persona distrutta dal dolore può suscitare una reazione empatica o di disagio nel pubblico. L'abilità del regista si vede nel modo in cui usa la telecamera per catalizzare la performance degli attori e condurre le percezioni degli spettatori per creare esattamente la storia che vogliono raccontare.

 

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Le innovazioni più recenti nelle tecniche POV hanno combinato riprese di prospettiva forzata con la CGI per mettere in risalto le diverse dimensioni dei personaggi; questa tecnica è evidente in film fantasy come "Il signore degli anelli", in cui gli hobbit, svantaggiati in altezza, sono ripresi nella stessa scena con enormi maghi e altri giganti. Inoltre, ci sono anche esempi in cui i registi hanno usato cambi di rapporto di visualizzazione come strumento drammatico: il film "Mommy" (Xavier Dolan, 2014) è stato girato con un rapporto di visualizzazione di 1:1, piuttosto che 1,85:1 o 2,35:1, usati per gran parte dei film odierni, così da raggiungere un'intimità più profonda con i personaggi di cui stiamo osservando le vite.

 

Teoria di montaggio

 

Il regista russo Sergei Eisenstein, noto per i suoi film epici su grandissima scala, è stato uno dei principali sostenitori della teoria del montaggio, in cui la sovrapposizione di immagini correlate crea un potente collage di riprese per toccare emotivamente il pubblico. Questa tecnica fa leva sulla prospettiva intellettuale del pubblico piuttosto che su quella visiva tramite operazioni ottiche.

 

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Hitchcock sosteneva inoltre che "tutto il cinema è montaggio", spiegando che se riprendi il volto di un uomo in primo piano, tagli sull'immagine di una mamma che accudisce il proprio neonato, e torni sul primo piano dell'uomo che stavolta sorride, il pubblico avrà un giudizio positivo verso quell'uomo. Tuttavia, se sostituisci la scena della mamma con quella di una ragazza in costume, l'uomo è immediatamente percepito come un vecchio pervertito. Sono questi semplici trucchi psicologici che i registi usano per giocare con la nostra percezione emotiva dell'azione.

 

La vera magia del cinema è che gli strumenti psicologici usati dai registi, che in una lettura analitica possono sembrare tecnici e manipolativi, nella pratica sono subliminali. Il fatto è che i nostri comportamenti percettivi sono programmati dall'infanzia, portandoci a decodificare il significato letterale di tutto ciò che vediamo, evitando le astrazioni. Così come un'approfondita conoscenza della teoria musicale non impedisce a chi ascolta di sentire appieno l'effetto di una potente melodia, il potere emotivo del cinema continuerà a catturarci, indipendentemente dalle tecniche utilizzate oltre la nostra percezione.