annulla
Visualizzazione dei risultati per 
Cerca invece 
Intendevi dire: 

Iscriviti adesso. Entra a far parte della nostra community!

Come ho realizzato questo scatto - Chris Roche

jaylward
Membro
Membro
2.260 Visualizzazioni
 

 

Author: Chris Roche
_DSC1531_resized.jpg
© Chris Roche, 'The Descent of the Ukukus'
 Nella nostra serie di post "Come ho realizzato questo scatto", chiederemo a una selezione di fotografi d'eccellenza di raccontarci la storia dietro a una delle loro foto più accattivanti. A dare il via alla serie, il vincitore dei Sony World Photography Awards 2016 Chris Roche racconta del suo incredibile viaggio in Perù e le circostanze particolari che gli hanno permesso di scattare questa foto…

Nel mese di maggio mi sono recato sulle Ande peruviane per fotografare il festival di Qoyllur Rit’i, che ha luogo nelle vicinanze del ghiacciaio sacro Sinakara. Doveva essere un nuovo capitolo del mio progetto a lungo termine, Devotion, che esplora i diversi culti nel mondo.

Grazie alle mie ricerche, sapevo che ci sarebbe stata una scena in particolare che avrei voluto fotografare: la discesa degli Ukukus dal ghiacciaio a un'altitudine di oltre 5000 metri. L'evento si sarebbe tenuto all'alba dell'ultimo giorno di festa.

Gli Ukukus sono uno speciale gruppo di pellegrini che indossano costumi tipici, utilizzano fruste a spirale, sorvegliano il festival di Qoyllur Rit’i e svolgono cerimonie di iniziazione sui ghiacciai durante la notte. A quanto pare, gli stranieri non sono autorizzati a partecipare alle loro cerimonie, sebbene il loro regolamento sia piuttosto ambiguo. Per aumentare le mie possibilità di ottenere lo scatto che desideravo, presi contatto con un gruppo di Ukukus prima dell'evento; grazie all'offerta elargita al gruppo mi venne detto che avrei ottenuto un abito tipico e il permesso di partecipare alla cerimonia. Tuttavia, come spesso accade in questi casi, il mio contatto non si presentò al campo base, lasciandomi con un abito ma senza guida.

Fortunatamente incontrai uno sciamano che accettò di portarmi sulla montagna intorno alle 3 del mattino. Dopo aver raggiunto il ghiacciaio, un gruppetto di Ukukus iniziò a correre verso di noi da un altro crinale. Lo sciamano mi incoraggiò a corrergli dietro per riscendere a valle, ma mi opposi. Dopotutto ero lì per quello.

Gli Ukukus ci circondarono e ci fecero riunire al resto del gruppo, a un'altitudine di circa 5600 m. Con un discorso in quechua, tradotto appositamente per me, il capotribù spiegò che ci trovavamo su una montagna sacra e che non avrei dovuto essere lì. Mi sentivo come Tintin ne "I Prigionieri del Sole". A quel punto anche io tenni (quello che ritenevo fosse) un bel discorso su come avevo viaggiato da un piccolo Paese chiamato Irlanda per essere testimone della loro grande tradizione, aggiungendo che non intendevo mancare loro di rispetto.

Il capotribù annuì in segno di apprezzamento; poi, improvvisamente, ordinò che lo sciamano e io venissimo frustati. Si trattava più che altro di frustate simboliche, sebbene l'ultimo colpo abbia lasciato un ricordo più vivido. Dopo aver baciato la frusta, come ci si aspettava facessi, chiesi al capotribù di poter scattare qualche fotografia. Sorprendentemente, borbottò di sì.

Alle prime luci dell'alba, gli Ukukus iniziarono la discesa. Il portabandiera davanti a me per un istante guardò sopra la sua spalla con uno sguardo senza tempo. In effetti, l'intera scena sembrava senza tempo. Feci scattare il pulsante dell'otturatore della mia fotocamera per catturare quel momento per sempre, quindi continuai a seguire gli Ukukus nella discesa dalla montagna. Credo che lo sciamano fosse felice di potersi sbarazzare di me.

Questa fotografia avrà sempre un posto speciale per me, in parte per le sfide affrontate per realizzarla - il viaggio nella valle delle Ande, lontano da casa, la scalata della montagna al chiaro di luna, gli effetti dell'altitudine, il mio discorso al capo e, naturalmente, la frustata; vedere centinaia di migliaia di pellegrini raggruppati attorno a un paesaggio così incredibile è davvero spettacolare. A rendere la foto speciale sono anche tutti quegli elementi casuali uniti per creare un momento magico, catturato con la semplice pressione dell'otturatore della mia fotocamera.

Ulteriori informazioni sul lavoro di Chris Roche sono disponibili sul suo sito Web.

1 Commento